Venere - Come è diventato un mondo inospitale
Poteva essere esattamente come la nostra Terra, ma un disastroso "effetto serra" lo ha trasformato in un'enorme sfera incandescente
Venere gira su se stesso seguendo un moto retrogrado da Est verso Ovest, cioè al contrario del Sole e della Luna, il cui movimento viene considerato "diretto" per antica tradizione. In pratica posizionandosi sul Polo Nord terrestre, si osserverebbe Venere che ruota attorno al proprio asse in senso orario. Questo pianeta impiega circa 225 giorni per compiere un giro completo attorno al Sole e 18 giorni in più per girare su se stesso: è l'unico pianeta in cui il "giorno" è più lungo dell' "anno".
L'anidride carbonica forma per il 97% l'atmosfera di Venere, mentre argon e azoto
completano il rimanente 3%. Vi sono tracce anche di monossido di carbonio, cloruro di
idrogeno e floruro di idrogeno. Le nubi lasciano passare soltanto una quantità esigua di
luce solare, che però è sufficiente per scaldare la superficie del pianeta, dove la
temperatura è così elevata da fondere il piombo e far bollire il mercurio. L'atmosfera
di Venere infatti è opaca alla radiazione infrarossa, cioè impedisce al calore di fluire
verso l'esterno (circa il 20% della radiazione solare rimane intrappolata).
Questo tipo di ritensione del calore da parte dell'atmosfera viene chiamato effetto serra,
proprio perché il meccanismo è analogo al sistema di conservazione del calore destinato
alle piante coltivate nelle serre. Questo fenomeno, unito al fatto che la pressione
esercitata dall'atmosfera venusiana è 90 volte quella terrestre, rende la superficie di
Venere uno dei luoghi più caldi del sistema solare: 480 gradi centigradi, sia ai poli che
all'equatore. I venti diminuiscono la loro velocità verso il basso: passano da circa 100
metri al secondo, al di sopra delle nubi, a pochi metri al secondo vicino alla superficie.
Non è una grande velocità ma si pensi a quanto deve essere densa e calda l'aria di
Venere in movimento: un vero forno.
Le analisi compiute dal radar (l'apparecchio che localizza gli oggetti in base alle
onde radio di ritorno) della sonda Magellano sono state fondamentali per chiarire
l'aspetto della superficie di Venere. La sonda partì il 4 maggio 1989 e si inserì in
un'orbita stabile attorno a Venere il 10 agosto 1990. Il contatto radio venne interrotto
per sempre il 12 ottobre di quattro anni dopo ma per fortuna i dati inviati sono stati
sufficienti per comprendere meglio l'aspetto della superficie.
Sono state individuate pianure, alture e depressioni. Le pianure occupano circa il 60%
della superficie mentre le alture, che superano anche i 2 chilometri, occupano un modesto
13%. Uno dei misteri del pianeta riguarda la scarsità di crateri. L'aspetto troppo liscio
della superficie suggerisce che forse il pianeta è vecchio di "soltanto" 800
milioni di anni oppure ci sono stati complessi fenomeni di vulcanismo che hanno cancellato
qualsiasi traccia degli impatti subiti dal pianeta. Inoltre le meteoriti più piccole
forse sono state bruciate nell'atmosfera prima di raggiungere la superficie. Almeno l'85%
della superficie è coperta infatti da colate laviche: la sonda Magellano ha riscontrato
tracce di fiumi di lava la cui lunghezza va oltre i 6000 chilometri.
Ci sono delle probabilità infatti che gran parte dell'atmosfera sia il risultato
dell'esalazione di vulcani e forse questa attività non è ancora terminata. La
deformazione della crosta di Venere è dominata da spaccature e diverse zone pianeggianti,
terreni "bassi" di forma circolare (con un diametro che va dai 200 ai 1000
chilometri) che sembrano crateri ma in realtà sono prodotte dalla fuoriuscita di magma
dal mantello (lo strato posto immediatamente sotto la crosta).
In generale dunque la superficie esplorata di Venere sembra una grande distesa di terre basse, quasi del tutto pianeggianti, da cui emergono un altipiano (chiamato Ishtar Terra, la cui estensione raggiunge quella della nostra Australia) e due grosse isole, chiamate Aphrodite Terra (grande quasi quanto l'Africa, è sull'equatore di Venere) e Beta Regio, che ospita due vulcani probabilmente ancora attivi. Non sono stati trovati indizi geologici che facciano supporre l'esistenza di una tettonica a placche, cioè di una deriva dei continenti come avviene sulla Terra.
La struttura interna di Venere è probabilmente molto simile a quella della Terra: un nucleo di ferro di circa 3000 chilometri di diametro avvolto in un mantello di rocce fuse. Venere è privo di campo magnetico, probabilmente a causa della sua rotazione troppo lenta.
CUSI - Centro Ufologico della Svizzera Italiana