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Rando VTT Esterel Cote d’Azur

by Vassi (foto) & Curzio (testo)


 Aperitivo

La Costa Azzurra. Personalmente cerco di non perdere occasione per pellegrinare in questa zona; punto di convergenza delle più apprezzabili - e apprezzate - componenti dell’art de vivre. Da questo mazzo di carte ideale non avevo però mai avuto l’occasione di tirare quella "vetetista" (in Francia si parla francese: solo francese, intrusioni lessicali non sono tollerate. Quindi, sia facciate una ricerca internet o tramite altro ausilio, oppure che semplicemente chiediate a qualcuno qualunque informazione che abbia per tema una bicicletta da usare fuori strada fate capo unicamente al termine corretto: VTT, acronimo di Vélo Tout Terrain. Per parlare di escursioni usate il termine Randonnée, meglio ancora se nella forma abbreviata, Rando).

La dolcezza del clima, la qualità della tavola, l’ospitalità discreta e professionale offerta al visitatore e la splendente bellezza dei siti sono caratteristiche della Côte che tutti conosciamo. Meno note sono invece le grandi possibilità che la regione offre ai praticanti delle ruote grasse: sia sotto il profilo delle ipotesi tecniche come pure della varietà dei paesaggi da percorrere, le combinazioni possibili sanno dare pieno appagamento a tutte le tipologie di vetetista.

L’idea.

Bene, una breve consultazione con il nostro oracolo (colui che di VTT tutto sa), Vassi o’ sciupafemmene, ed ecco che la partenza è fissata per il 19 marzo (scorso): si va per pedalare, ok, ma senza dimenticare l’aspetto culinario (come lo chiama il Vassi), ça va sans dire!

Per quanto ci riguarda abbiamo preso le mosse da una semplice ricerca internet: i risultati – ottimi i siti a disposizione – ci hanno permesso di selezionare tre zone di interesse, corrispondenti a tre scenari naturali con caratteristiche molto diverse, se bene tutti situati all’interno di un raggio di appena 20-30 Km dal "punto zero" - la nostra base - che abbiamo stabilito a Juan les pins (presso l’ Hotel Le Meridien Garden Beach, un quattro stelle direttamente sul mare, vista sul golfo di Cannes e dotato di tutte le comodità).

Il Periodo

"Quoi qu’il arrive, il faut pédaler et c’est le vététiste qui fait la différence ". Vero. Sfido chiunque a pedalare per questi itinerari durante l’estate senza subire duri contraccolpi, micidiali disidratazioni, tremende insolazioni o quant’altro. Noi siamo partiti il 19 marzo e tornati il 25: perfetto; la temperatura permetteva di girovagare senza patimenti che andassero oltre a quelli intrinseci al pedalare (in salita) e il sole riscaldava l’aria senza cuocere il cranio. Primavera e autunno sono certamente le stagioni ideali, soprattutto per le unioni di colori, profumi e rumori, ma anche durante l’inverno - "Hiver? Y a pas d’hiver"- tutti i tragitti (ad eccezione di quelli rigorosamente alpini) restano comunque percorribili.

Preliminari

Impensabile affrontare zone così estese senza una scelta scrupolosa degli itinerari da seguire accompagnata da puntuali riferimenti cartografici. Tutta la problematica può comunque essere affrontata sul posto: giusto allo svincolo autostradale di Antibes (dove si prende la strada per Juan les pins), c’è un fornitissimo emporio della Decathlon dove si trova tutto ma proprio tutto quello che serve o che potrebbe servire per una vacanza VTT. Per parte nostra abbiamo acquisito due testi specifici sulla zona:

François Bel, VTT dans l’Esterel et le Pays de Grasse, Edisud, 2000 (FF 70) e

Alain Navello, Itinéraires VTT en Pays d’Azur, Editions GAP, 1996 (FF 80).

Si tratta di due ottime guide, illustrate e compilate con tutte le indicazioni necessarie a scegliere e pianificare con precisione gli itinerari. I percorsi proposti sono tendenzialmente sportivi, i gradi di difficoltà sono resi per difetto (per intenderci, un assez difficile indica già una prestazione tecnica e fisica tutt’altro che evidente). Se si intende optare per gite di carattere amatoriale o famigliare è meglio far capo alla guida RandOxygène, Rando VTT, Conseil Général des Alpes-Maritimes, 2000 (distribuita gratuitamente in tutti gli offices de tourisme). Per compendiare le guide occorre procurarsi le cartine di dettaglio relative alla zona specifica (disponibili anche per ricevitori GPS); consigliate sono le Top 25, La Carte de Randonnée, 1 :25.000 a cura del Institut Geographique National. Per seguire gli itinerari da noi proposti sono segnatamente necessarie le TOP 25 n. 3543 (Haute Siagne), n. 3544 (Fréjus.St-Raphaël), n. 3642 (Vallée de l’Estéron), n. 3741 (Vallée de la Vésubie) oltre che – naturalmente – una carta più generale della zona (ottima la Michelin, Côte d’Azur – Alpes-Maritimes, 1 :100 000). 

 

Itinéraires et Tables (ovvero Tables et Itinéraires)

Tecnicamente la Costa azzurra inizia a Mentone (giusto di là dal confine con l’Italia) e termina poco dopo St. Raphaël. Juan les pins si trova più o meno a metà di questo arco, distante circa 400 Km da Mendrisio. La conformazione del territorio è collinare o montuosa, vedi alpina (le Alpes Maritimes iniziano immediatamente a ridosso dei comuni rivieraschi).

Lunedì 19 marzo. Il tempo di arrivare a destinazione, alloggiare le nostre mercanzie ed eccoci immediatamente operativi, a scaldare la gambetta sulla litoranea direzione Cap d’Antibes, su giù per la Californie, tra ville stupende percorrendo il sentiero a strapiombo sul mare: bell’approccio! Tanto per concludere in bellezza la giornata, cena al Restaurant Bijou Plage, lungomare di Juan, dove – a mio debol parere – si mangia la più gustosa Bouilleabaisse della zona (si tratta di un piatto impegnativo ma straordinario; sostanzialmente è composto di zuppa di pesce e di pesce – lo stesso usato per la zuppa – servito a parte, e vi entrano cipolle, aglio, pomodori, prezzemolo e zafferano. Zuppa e pesce si accompagnano con la rouille – consiglio di affiancare il tutto con una bottiglia di Côte de Provence bianco o rosato). Dopo lo sforzo tutti a nanna.

Secondo giorno. Direzione massiccio dell’Esterel; Grand Tour de l’Esterel. Percorso che permette di scoprire le svariate peculiarità naturali del massiccio: un traggitto caratterizzato da una salita costante da effettuare su larghi "sterratoni ". Con un po’ di intraprendenza (vale a dire violando bellamente i divieti per ciclisti) si possono affrontare discese costituite da sentierini stretti e impervi che richiedono certa qualità di guida (non fatevi cogliere in fallo). Rientrando in auto è d’obbligo percorrere la strada litoranea per gustare appieno la magnifica Corniche d’Esterel. Lavati e stirati optiamo per una cenetta " leggera " al ristorante Le Festival de la Mère (proprio in centro a Juan) a base di insalata (elaborata con fois gras e altre prelibatezze) seguita da pesce di giornata al forno guarnito con salsina della casa.

Mercoledì. Si cambia scenario; ci spingiamo nell’entroterra – nella zona della terra rossa cara ai FroRiders - e affrontiamo la Randonnée des mimosas nel piccolo massiccio del Tanneron, scenario naturale poco contaminato dall’uomo e caratterizzato da piccoli avallamenti e tantissimi kilometri di piste incorniciate – da febbraio a inizio marzo - dalle fronde d’oro delle mimose in fiore. Apprezzatissima la discesa, ripida e assai tecnica (avvistamento di cinghiali non escluso : chiedere Vassi). Serata di gran lusso nella stupenda località di Mougins, - appena sopra Cannes, al liminar della provenza – gustando le prelibatezze offerte dal menu di un ristorante meraviglioso ; Les Muscadins, (vaut le voyage !).

Il giorno seguente si sale verso le prealpi marittime, seguendo il percorso da Vence à Saint-Jannet par Vescagne. Gita molto variata che parte dallo stupendo col de Vence ; molta la salita (ho patito assai, col vento contrario poi…); al termine però ci attende una discesa molto lunga e divertentissima, a tratti veloce e a tratti assai tecnica (prestazione non meno faticosa della salita) accompagnata da vedute stupende sul mare e la costa sottostante ! Dopo cotanto sforzo propendiamo per una trasferta culinaria minima (in termini di spostamento), appena fuori l’hotel ci aspetta il ristorante Le Perroquet – piacevole scoperta – con i suoi antipasti di pesce freddo cui facciamo seguitre chi un Loup chi una Daurade accompagné de beurre Nantais

E già giunge il venerdì; giorno prescelto per la Roc d’Azur, le woodstock du VTT! Come tale, il tragitto della Roc non è censito esattamente (esiste un parcours promo poco preciso), occorre procedere per approsimazioni: noi abbiamo scelto la balade Les petits Maures che offre un percorso intenso, che copia parte di quello della Roc, pieno di saliscendi, con bellissime viste sul golfo di Fréjus. Frequentissimi i cambi di vegetazione così come il fondo del trail (ne sa qualcosa chi scrive, inzuccatosi improvvisamente in sabbie mobili e quindi scaraventato come un razzo al di là del manubrio). Al termine ci resta un’idea fissa : quella di partecipare anche noi, un giorno, alla gara vera e propria ! Alla sera direzione Antibes, destinazione culinaria La Bonne Auberge di Philippe Rostang a degustare (con il palato e con gli occhi) piacevolissime invenzioni di nouvelle cusine, quella vera.

 

L’ultimo giorno è quello del discesone portentoso. Si sale la valle della Vésubie, addentrandosi dietro la città di Nizza, laddove i più temerari posso cimentarsi nella mitica Transvésubienne, gara che fa parte della Mégavalanche/Avalanche Cup. Dopo attente analisi e letture approfondite propendiamo per la Descente d’Utelle au Cros. Il tragitto è definito nella guida come tecnico e molto esposto, il dislivello di discesa è di 600m (piccolo particolare, non disponendo di una navetta ci siamo sciroppati anche la salita): non tardiamo a verificare l’attendibilità delle informazioni ! Senza dubbio una discesa consigliata unicamente agli amanti della disciplina e senza problemi di vertigini (vedi un paio di assaggi qui) : i passaggi sono spettacolari e nella prima parte si svolgono su sentieri stretti e difficili, a strapiombo sulla valle. La seconda parte è meno aerea ma disseminata di ostacoli tecnicamente rilevanti : alla fine si arriva stanchissimi, le forcelle e i freni rossi dall’uso; gli amanti sapranno apprezzare !

È l’ultima cena, guida Michelin alla mano, si parte per Cannes, chez La mère Besson, un piccolo ristorante che ci invita a godere delle specialità provenzali : come consuetudine non ci tiriamo indietro.

Il tempo è giunto. Si torna a casina. Veramente una bella settimana, la consigliamo a tutti voi amanti della bici che nel contempo non volete tralasciare le tavole imbandite. Gli itinerari ciclo-culinari che vi abbiamo appena proposto ci hanno soddisfatto appieno.

Il " Suunto ", oggetto prezioso oggetto di cui è dotato il nostro Vassi, ci segnala che ogni giorno siamo stati in sella una media di 4-5 ore, affrontando – per singola gita - un dislivello medio tra gli 800 e i 900 metri per una lunghezza medi di 30-40 Km. Tutti i percorsi sono circolari, nel senso che si parte e si arriva nello stesso punto.

Se siete interessati a frequentare la zona contattate me (Curzio) o Vassi. Senza esitazione : guide, cartine e una documentazione fotografica completa sono a vostra disposizione !


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