31 Agosto 2002 - Quanto costa un biglietto per Plutone?
Un anno plutoniano dura 247 anni terrestri, ma Plutone ha i giorni contati. Se la sonda
Kuiper-Express non partirà entro il 2007, rischierà di perdere lappuntamento con
Giove, la «fionda» planetaria che con la sua attrazione gravitazionale promette di
lanciarla verso Plutone e Caronte. La traiettoria è ben illustrata dallanimazione
proposta sul sito della New Horizon (pluto.jhuapl.edu/iav/PKB_MissionTrajectory.mov),
oltre che dallarticolo di Alan Stern.
Mancare questo appuntamento comporterebbe unattesa di altri dieci o dodici anni
perché si verifichi un nuovo passaggio di Giove in un punto propizio al lancio. Ma a quel
tempo Plutone, per quanto lento, potrebbe essersi allontanato dal Sole abbastanza perché
la sua atmosfera si sia congelata fino quasi a sparire, rendendo molto più difficili i
rilievi sulla sua composizione che potrebbero aiutare a spiegarne le origini.
Alcuni discutono ancora se si debba considerare Plutone lultimo pianeta del sistema
solare o il primo degli oggetti della fascia di Kuiper, nella quale sono stati
recentemente identificati WR106 e KX76, due asteroidi grandi almeno la metà di Caronte.
Ma per quanto dal punto di vista scientifico nessuno dubiti dellimportanza di
inviare al più presto una sonda per studiare quello che può essere considerato uno dei
più importanti reperti fossili della formazione dei pianeti del nostro sistema solare,
tutta la missione sembra appesa allinstabile filo della trattativa politica sugli
stanziamenti per la ricerca.
La scorsa primavera lAmministrazione Bush ha triplicato il budget destinato alla
lotta al bioterrorismo stanziando la faraonica cifra di 5,9 miliardi di dollari e
infondendo nuova linfa in tutti i settori delle scienze della vita. Ma quale sarà il
destino dellesplorazione spaziale, di cui la NASA, con un budget di 14,5 miliardi di
dollari nel 2002, rimane il principale finanziatore mondiale? Dopo molte vicissitudini la
missione Kuiper-Express, programmata, rimandata, arrestata e non finanziata dal Governo,
è riuscita ad aggiudicarsi 30 milioni di dollari di finanziamenti per il 2003 solo per
merito del Congresso (www.whitehouse.gov/omb/budget/fy2003/bud27.html). Ce nè a
sufficienza perché Stern e colleghi proseguano nello sviluppo del progetto, ma non per
garantire il lancio nel gennaio del 2006, larrivo della sonda fino a Plutone e
Caronte nel 2015 e lattraversamento di tutta la fascia di Kuiper entro il 2026.
Il problema, sintetizzato da Bush nella sua presentazione al Congresso nel febbraio 2001 (www.whitehouse.gov/news/usbudget/blueprint/blueprint.pdf),
è che lagenzia spaziale americana deve conciliare il contenimento dei costi - in
particolare quelli sempre più problematici della Stazione spaziale internazionale - con
lambizione di inviare un uomo su Marte e, last but not least, con le sue priorità
di ricerca e sviluppo tecnologico. Tra queste ultime Bush ha ritirato fuori dal cassetto
unidea lasciata in stand-by da almeno dieci anni: lo sviluppo di propulsori atomici
che sfruttino la fissione nucleare, grazie ai quali si potrebbe moltiplicare
significativamente il raggio delle prossime esplorazioni spaziali (www.space.com/news/nasa_nuclear_020205.html).
Lo sviluppo di una nuova tecnologia di propulsione è certamente interessante, se si pensa
che la «lentissima» sonda Cassini, finita di progettare nel 1989 e costata a suo tempo
la bellezza di 3,5 miliardi di dollari, viaggia ancora nello spazio e arriverà alla sua
destinazione finale, il sistema di Saturno, solo tra un paio danni. Secondo le stime
più recenti, ladozione di propulsori atomici non permetterebbe solo di raggiungere
la fascia di Kuiper in appena cinque anni (contro i 20 della tecnologia attuale), ma anche
di disporre una sonda nellorbita di Europa, il satellite di Giove ricco dacqua
e considerato una possibile sede per lesistenza di vita. I costi sarebbero però
certamente più alti di qualsiasi missione completata con la tecnologia attuale (e con
molte ricadute negative per lambiente). Senza contare che solo limpiego di
tecnologie già sviluppate e brevettate per altre missioni ha permesso a Stern e colleghi
di ridurre al massimo i costi della missione per farli rientrare dagli iniziali 650
milioni di dollari nei 500 richiesti.
Per fortuna, ad Alan Stern non mancano i sostenitori. Allertati da un appello della
Planetary Society (http://www.planetary.org/),
unorganizzazione non-profit che finanzia progetti di ricerca planetaria, più di
10.000 tra astronomi, tecnici, astrofili e plutofili di vario genere hanno scritto al
Congresso degli Stati Uniti per chiedere il rilancio della missione e la garanzia del suo
completamento. Ted Nichols, un astrofilo di 18 anni (ma va ricordato che anche Clyde
Tombaugh scoprì Plutone da giovanissimo), ha addirittura lanciato una campagna mondiale
per salvare la missione (http://www.plutomission.com/);
lappello conta già 5500 nuove sottoscrizioni e ladesione di 240 società
astronomiche ed è citato anche dalla NASA. Se la missione prenderà finalmente il volo,
tutti i nomi dei firmatari saranno raccolti in un elenco che lascerà la Terra con la
Kuiper-Express.
Fonte: Le scienze Online
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