4. Tappa - Giovedė 21 agosto 2003
Disentis -
Disentis
Oggi e' il giorno dei 5000 e 5000 devono essere. Ieri sera con Walter, la
cartina spiegata sul letto, avevano rifatto di nuovi i conti: 180 km e
piu' di 5000 di dislivello.
Appena svegli apro subito la finestra. Piove. Ma lontano sia a sud che a
nord spiragli di luce dal cielo. La mia idea e': intanto partiamo per non
rinunciare da subito al giro, poi si vedra'.
Walter e' un po piu' scettico.
Franco e' gia' andato. Lo raggiungo e chiacchieriamo un po'. La salita e'
lieve ancora, pedaliamo rilassati. Poco dopo cessa anche la pioggia e si
comincia a sudare, ci togliamo la mantellina antipioggia, poi ecco iWalter
che ci raggiunge e va avanti: non avevo dubbi.
Siamo partiti digiuni, faremo colazione sull'Oberalppass dopo due ore e
novecento metri di dislivello (devo ricordarmi di mettere un thread su ISC
sull'opportunita' di partire digiuni per un giro come questo). Passiamo
Tavetsch un bellissimo villaggio con tutte le case in legno. Biondi
bambini
aspettano l'autobus della scuola (vanno a scuola anche in agosto?). Nel
parcheggio di un albergo a mezza strada una trentina di sidecar con
guidatore e passeggero, motori accesi, stanno facendo le foto ricordo, ci
sorpasseranno poco dopo. Quasi al valico, un omino delle ferrovie passa in
alto tra i binari con un sacco nero, non so chi possa gettare rifiuti li.
Mentre facciamo colazione sul passo un furgoncino scarica bici per un
gruppo che arriva con un altro pulmino. Turisti di Andermatt, dove
riscenderanno comodamente.
Il tempo e' migliorato, le nuvole quasi scomparse. Si va. La discesa ad
Andermatt e' veloce (maledettamente veloce?). Tra gole e gallerie e
paesaggi maestosi scendiamo ancora a Wassen. Ci fermiamo un attimo a
togliere k-way e gambali ed e' subito salita, la seconda. Siamo quasi ai
900 adesso e dobbiamo raggiungere i 2224 del Sustenpass.
17 km al 7,5% dice salite.ch, ma si fanno si fanno. L'importante e'
scegliersi dei punti non lontani, quella casa, quel ponte, raggiungerli e
poi passare al successivo. Ci fermiamo a mangiare al rifugio, molte piu'
moto che bici, laghi e ghiacciai. Franco passa senza fermarsi. Ci godiamo
la lunghissima discesa fino a Innertkirchen.
Siamo a poco piu' di 600 adesso e dobbiamo affrontare la terza salita, il
GrimselPass a 2165.
Dapprima la strada sale leggermente e con qualche saliscendi, ma poi la
salita comincia a farsi seria. Walter va avanti, io continuo a pedalare
col mio passo. Finalmente si vede una diga lassu, "dopo dovrebbe spianare"
penso. In effetti spiana, ma piu' su c'e' un'altra diga, azz... ancora.
Non ho altimetro cosi non posso valutare. Arriva anche l'altra diga, ma il
passo e' ancora piu' su. Finalmente siamo sopra.
Un gruppo di cavalli carichi con cavalieri vestiti all'antica sono lė per
qualche manifestazione folcloristica.
Lo spettacolo che abbiamo davanti e' magnifico: i ripidi tornanti che
scendono a Gletsch e risalgono al Furka proprio li davanti a noi. Sulla
sinistra il maestoso ghiacciaio da cui nasce il Rodano gia' bello
possente: non c'e' altro che da scendere e risalire. La risalita e'
abbastanza tosta, specialmente in prossimita' del belvedere sul
ghiacciaio, piu' di un cicloturista di quelli con bagagli pesanti e' a
piedi, io sono col 39x26 sui 9-10km/h.
E finalmente il Furka: 2431m e anche noi come Rupa possiamo dire "sono io
Micronauta".
La discesa verso Realp e' veloce, ma la strada e' bagnata, ha piovuto da
poco, bisogna andare piano.
Sul lato esposto ci sono colonnine di pietra ogni tre-quattro metri ed i
tornanti danno sul vuoto. Penso "se vai dritto salti tu e la bici, se per
fortuna becchi una colonnina di pietra salti solo tu e la bici rimbalza
sulla strada".
Poi una lunga tirata fino ad Andermatt io Walter Franco e un altro
ciclista di strada.
Mentre Franco si cerca una pensione o una stanza si pedala per la bella
cittadina. Si riempiono un'ultima volta le borracce. E' fatta ormai, non
resta che risalire pian pianino l'Oberalp dalla parte
dove siamo scesi stamane: rilassati e contenti. L'ultimo treno che parte
da Andermatt ci saluta fischiando. Nel giardino di una villetta a mezza
costa due vitellini brucano l'erba (ecco perche' non esistono cani in
Svizzera).
Sul rifugio del passo il personale ha cambiato turno.
Con un'ultima birra salutiamo Franco che domani prosegue verso la Francia
e i Pirenei e io e Walter ci facciamo quest'ultima discesa crepuscolare
verso Disentis.
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