5. Tappa - Venerdì 22 agosto 2003
Disentis
- Tirano
Orfani di Franco che continua le sue ferie pedalando io e Walter iniziamo
questi ultimi due giorni di viaggio di ritorno.
Anche oggi si parte digiuni ma la strada e' in discesa: da Disentis a
Ilanz una trentina di km. Il paesaggio e' il solito: valle con fiume color
di ghiaccio, prati, alberi, montagne e villaggi. La panetteria/pasticceria
dove ci fermiamo a colazione sara' l'unico posto della Svizzera dove non
accettano euro: guardacaso c'e' una banca a tre metri dove
cambiare.
Adesso dobbiamo risolvere il problema della strada da Ilanz a Bonaduz:
sulla cartina e' segnata una strada alternativa ma e' bordata di rosso,
strada militare, ma la cartina sarà vecchia!
Quando finalmente troviamo il classico cartello di legno col simbolo della
bici i km e il dislivello ci sentiamo più tranquilli. E in effetti questa
e' una splendida strada per cicloturisti, niente macchine, saliscendi
spettacolari nella gola scavata dal fiume e molti cicloturisti da
salutare.
Il lungo rettilineo in discesa verso Bonaduz in mezzo al bosco di pini
secolari e' da ricordare.
La giornata si e' fatta calda e ci prende un po di abbacchio: ci fermiamo
a bere un te e poco dopo a mangiare un panino. Ancora saliscendi,
l'ennesimo campo di golf, Filisur e inizia la salita dell'Albula. Avrei
dovuto cambiare i copertoni prima di partire, sono un po distratto
talvolta. Quelle lunghe
salite e discese hanno deteriorato velocemente il copertone posteriore.
Buco due volte nel giro di cinque minuti. Per fortuna c'e'la moglie di un
ciclista con cui abbiamo pedalato che torna indietro in macchina e mi
accompagna al paesetto poco avanti: c'e' un negozio ed e' pure orario di
apertura per fortuna. Mi cambiano copertone e riparto. Pedalo piu' forte
per non far aspettare troppo Walter. Dopo cinque minuti sento qualcosa che
tocca: hanno montato male il copertone ed e' uscito fuori insieme ad un
pezzo di camera, per fortuna sono in salita. Basta sgonfiare, sistemare e
rigonfiare. Arrivo sull'Albula abbastanza affannato, Walter aspetta da
almeno mezz'ora. Davanti a un te caldo e un pezzo di torta ritrovo subito
la calma. La forma delle montagne e l'altopiano sottostante assomigliano
in modo impressionante al Gran Sasso.
Discesone fino a La Punt, qualche km di pianura e poi si attacca il
Bernina.
Il passo e' uno dei piu' trafficati, ma il paesaggio e' grandioso, il
rosso trenino che sbuca in curva proprio di fronte al ghiacciaio
multicolore e' pieno di turisti affacciati ai finestrini. Prima
dell'ultimo strappo un bel altipiano con vitelli al pascolo: anche a
questa altezza i pascoli sono limitati da fili a bassa tensione per
impedire agli animali di finire in strada.
I quasi 2000 metri di dislivello che separano il valico del Bernina da
Tirano sono una volata divertente lungo questa val Poschiavo: un pezzetto
di Svizzera incuneato in Italia.
Albergo Stelvio, trattoria Sale e Pepe, passeggiata fino al parco dove
c'e' una festa paesana con una sagra di qualche specialita' locale: ed un
altro giorno e' andato.
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